Perché mio figlio non dorme?

È una domanda che molti genitori si pongono frequentemente. Capire le ragioni dietro le difficoltà del sonno di un bambino richiede un’analisi attenta e multilivello. Molteplici fattori si intrecciano in questo delicato equilibrio, ed è importante considerarli tutti con attenzione. Vediamo insieme i principali.

  • L’età e la fase di sviluppo. Ogni tappa evolutiva presenta caratteristiche specifiche che incidono sui ritmi sonno-veglia. Il sonno di un neonato di tre mesi è molto diverso da quello di un bambino più grande di tre anni. Spesso poi, a una fase di crescita in cui il piccolo acquisisce nuove abilità cognitive o motorie, può accompagnarsi una temporanea regressione in altre aree, come il sonno. – Disturbi fisici. Alcuni disagi fisici, siano essi cronici o transitori, possono interrompere il riposo. Reflusso, dentizione, febbre o raffreddore sono solo alcuni esempi comuni che possono turbare le notti dei bambini.
  • Eventi stressanti o cambiamenti nella vita familiare. Eventi come lutti, traslochi o l’arrivo di un fratellino possono destabilizzare i ritmi di sonno, portando a risvegli frequenti o difficoltà ad addormentarsi.
  • Clima familiare. Non si possono ignorare tensioni e conflitti all’interno della famiglia. Lo stato emotivo dei genitori può influenzare la capacità dei bambini di
    rilassarsi e lasciarsi andare al sonno.
  • Rapporto con i genitori. Il momento di addormentarsi va oltre il semplice passaggio dalla veglia al sonno; per il bambino, rappresenta una vera e propria
    separazione dall’ambiente circostante e, in particolare, dai genitori. A partire dai sei mesi, il bambino inizia a percepirsi come un individuo distinto dalla madre e a riconoscere i genitori come figure affettive di riferimento. Addormentarsi, quindi, significa “lasciare” mamma e papà, e i risvegli possono diventare occasioni preziose per riunirsi e ricevere rassicurazione.
  • Il temperamento. Ogni bambino ha caratteristiche uniche fin dalla nascita. Alcuni piccoli con un temperamento “vivace” fanno più fatica ad abbandonarsi al sonno o a
    riaddormentarsi dopo un risveglio, rispetto a bambini dal temperamento più “tranquillo”.
  • Ambiente e routine di addormentamento. Infine, non meno importanti sono le modalità con cui i genitori gestiscono l’addormentamento e i risvegli notturni. Com’è preparato l’ambiente per dormire? Quali rituali accompagnano la nanna?Tutti questi elementi sono profondamente interconnessi. È raro che ci sia una sola causa dietro i problemi di sonno di un bambino: spesso si tratta di un insieme di fattori che si influenzano reciprocamente. Proprio per questo, affrontare la situazione richiede uno sguardo complessivo e un intervento mirato su più fronti.
    Solo così sarà possibile favorire notti più serene per tutta la famiglia.